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Immagine del redattoredaniela mercorelli

Tick,Tick..Boom!-Tutto quello che state per vedere è vero, tranne le parti che Jonathan ha inventato

Per chi non conosce Jonathan Larson.. questo film-musical, ve lo farà amare da subito... e più scoprirete su di lui, più lo amerete.. ecco cosa scrivono in rete di Larson e del film:

Realtà e musica, musica e realtà. Emozionante e intensa come la vita di chi è vissuto in nome della musica, della scrittura e del proprio sogno.

Tick, Tick… Boom!, è l'adattamento dell’omonimo musical di Broadway scritto da Larson, compositore e drammaturgo statunitense, autore di Rent, morto prematuramente nel 1996 a soli 35 anni, prima di essere riconosciuto come uno degli autori contemporanei più interessanti e importanti, e vincere tre Tony e il Pulitzer per il teatro. A dare corpo magnificamente all’artista è Andrew Garfield che spende tutto sé stesso per incarnare genio e dolore, paure e passione, chi un sogno ce l’ha e si spende fino all’ultimo giorno, nonostante tutto, per ottenere ciò che vuole.

Un musical che vibra di canzoni e vita

Tick, tick… boom, come un orologio che prima scandisce il tempo “normalmente” e poi d’improvviso perde il ritmo regolare ed esplode, tick, tick… boom, come una bomba ad orologeria, quella che sente dentro Jonathan, metafora della sua vita. Tick, tick… boom, come il suo cuore che batte e la sua testa che macina idee, pensieri, parole, come i km di un maratoneta. Tick Tick.. boom è quell’ansia spasmodica di fare qualcosa, di arrivare a ciò che si ha tanto desiderato e alla soglia dei trent’anni tutto ha un altro sapore, il fallimento, i rallentamenti, gli inciampi sono pugnalate. Il tempo dei sogni è andato e non torna più, ormai non è più il tempo di seminare, bisogna raccogliere, sembra dirsi, solo per un momento, Jonathan che spesso si sente lasciato indietro da una società e da un mondo che non ha compassione per nessuno.

Jonathan vive però secondo un altro ritmo, quello della musica, che scandisce la sua esistenza. Le note, le parole riempiono i vuoti, i suoi vuoti, quelli che ciascun essere umano ha, sono ciò che lo salvano dalla vita, che spesso per gli artisti può essere precaria. Quel ritmo cadenzato del titolo e la successiva esplosione sono lo spazio che va da Soho al Greenwich Village, un percorso cementato di tenacia e dubbi, passione e ossessione, rinunce e sprazzi di luce. Jonathan sente la vita scorrere tra le dita, non ne capisce il motivo, spesso dice che non ha tempo, ed è arrivato al punto di chiedersi cosa fare dei propri sogni, se vale davvero la pena continuare a sognare Broadway mentre continua a lavorare come cameriere. Sono colpi in pieno petto quelli del mondo che lo circonda ( la fidanzata vorrebbe andarsene da New York, il migliore amico abbandona il sogno artistico in favore della sicurezza finanziaria, l’AIDS dilaga e si porta via molti dei suoi compagni di speranze.)

Tick, Tick… Boom! è un musical che vibra delle canzoni e delle partiture di Larson, della sua grande personalità, della tristezza anche di pensare che non ha mai potuto vedere cosa è diventato, è un atto d’amore verso la musica, Broadway e il mondo dello spettacolo, un testamento che mostra una mente libera, un talento indescrivibile e inesauribile.


Il sogno è arrivare a Broadway con il suo capolavoro, una commedia musicale futurista per cui lavora otto anni mentre serve ai tavoli di un diner, si diverte con gli amici, frequenta workshop che cementano il suo desiderio.

Tick, Tick… Boom! è una declinazione intensa e profonda del musical scritto dal suo protagonista, che ebbe la sua prima solo il 23 maggio del 2001 al Jane Street Theater di Manhattan, teatro Off-Broadway. Si mostra la vita del genio che tra palco e vita, tra musical e esistenza si annoda in maniera indissolubile: Jonathan scrive ciò che vive e ciò che vive si modula con quella musica che lui stesso ha composto, vive di essa e di teatro e il film unisce in un unico flusso tutto ciò, curando benissimo la struttura, cesellata alla perfezione.


Mentre intorno a sé molte cose si sgretolano (la rottura con la fidanzata, gli scontri con il migliore amico che ad un certo punto si scopre malato di HIV, i sacrifici che ha dovuto fare per poter vivere almeno nella sua testa e nel suo cuore di musica pura, senza compromessi) il protagonista capisce e si capisce, sa che quella è la strada giusta. Garfield/Larson riempie la scena narrando ogni silenzio, ogni lacrima, ogni sofferenza, come ogni gioia, ogni piccolo traguardo, ogni pagina scritta.

L’esistenza di Larson è uno spartito che unisce dolore e genio, sregolatezza e entusiasmo e vale lo stesso per la sua opera e il film è capace di mostrare tutte queste pieghe, quella dolorosa che fa crollare più di una volta l’artista in ginocchio, quella energica di chi vive di musica (mentre litiga con la fidanzata lui costruisce un pezzo nella testa e con le dita battendo il tempo sulla spalla, mentre nuota in piscina lui vede un pentagramma).


Tick, Tick… Boom! è una profonda storia di sogno e realtà, di talento e passione che porta sullo schermo l’emblema del sogno newyorkese. Il regista entra in punta di piedi, con devozione e rispetto, nella vita, nel lavoro di Jonathan Larson. Lin-Manuel Miranda e Andrew Garfield creano un mondo meraviglioso, immergendo(si) e immergendo lo spettatore nelle giornate di uno che ha fatto di tutto per la musica.


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Tick, Tick… Boom!, come un cuore che batte e, all’improvviso, esplode di emozione. Tick, Tick… Boom!, come un orologio che scandisce i secondi che anticipano il botto definitivo, quello che alla soglia dei trent'anni ti butta giù dal letto e ti fa capire che ormai quello che è fatto è fatto. Che il tempo è andato e, di certo, non torna più.

Ma Tick, Tick… Boom! è anche il tempo che serve a dettare il ritmo della musica, quella musica che può riempire il vuoto di un’esistenza precaria e indecifrabile, come lo spazio che c’era tra Soho e il Greenwich Village – riempito oggi da numerosi Starbucks. Così, quello di Lin-Manuel Miranda, oltre ad essere un grande film, è anche e soprattutto la costruzione di un sogno realizzato ma, purtroppo, interrotto troppo presto. Precocemente e ingiustamente.

Perché la vita, se sei un genio, se ne frega. Perché la vita, anche se sei uno dei più grandi drammaturghi del mondo, guarda e passa dritta.

L’esordio alla regia di Miranda rende omaggio alla figura straordinaria di Jonathan Larson. Tra palco e set, tra musical e dramma esistenziale colorato da sprazzi di irruenta vitalità, il film di Miranda mischia il genio e le ossessioni di Larson alla battaglia che ha combattuto per dare vita alla sua prima opera, costruita interamente di tasca sua durante diversi workshop.

Tick, Tick… Boom! è pura arte, estro e meraviglia, è ancora e ancora la stupefacente illusione degli Anni Novanta, è l’emblema del sogno newyorkese di quando i provini venivano fatti nei loft senza riscaldamenti del Lower Side, tra gatti arancioni e attrici bellissime.

Come è giusto che sia, come sono stati a loro modo giusti i due Tony postumi e il Pulitzer per Rent, l’altro strepitoso musical firmato da Larson, nel quale mischiava sfumature bohémien all’incubo dell’AIDS. Proprio qui Tick, Tick… Boom! prende la sua piega più feroce, quella che riporta Larson / Garfield con i piedi per terra; i suoi più cari amici infatti si spartiscono i minuti con il virus dell’HIV, mentre lui passa la settimana a lavorare al Moondance Diner e il week-end si strugge a comporre testi e musica su di un Macintosh Classic che arranca. Quindi desideri e speranze, vita e morte, eredità artistica, anticonformismo, libertà assoluta. Lin-Manuel Miranda e Andrew Garfield da una parte, Jonathan Larson e la sua vita dall’altra. In mezzo, in bilico tra sorrisi e lacrime, c’è un film imperdibile: Tick, Tick… Boom!


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New York, 1990. Jon sta per compiere trent’anni e tenta disperatamente di trovare un produttore per il suo musical. Rendendosi conto di non essere più giovanissimo, Jon fatica a tollerare gli anni di ripetuti insuccessi professionali. Ma la fiamma dentro di lui arde senza sosta.

Una lettera d’amore a Broadway. Un tributo alla perseveranza. Una celebrazione dell’importanza di perseguire i propri sogni ma soprattutto una struggente storia d’amore fra arte e artista. Questo è, questa meravigliosa e sorprendente opera prima di Lin-Manuel Miranda, giovane regista (oltre che attore, cantante, rapper e compositore) statunitense di origini portoricane, disponibile su Netflix.

Storia vera che racconta la vita di Jonathan Larson, compositore e drammaturgo che diventerà celebre con il musical RENT, morto prematuramente a soli 35 anni, appena prima di vedere il suo sogno realizzarsi.

Lo sfondo è una New York inospitale dove l’epidemia di AIDS sta uccidendo ogni giorno tantissimi giovani, fra cui i più cari amici di Jon. Tematica, questa, trattata in modo estremamente delicato, si parla di morte da una prospettiva di totale impotenza e ingiustizia.

“Tutto quello che state per vedere è vero. Tranne le parti che Jonathan ha inventato”, recita nella prima sequenza la voce narrante. Perché si sa, il “tratto da una storia vera” è pura finzione, soprattutto in un’opera che parla proprio di creazione artistica e scrittura.

Interpretata meravigliosamente da Andrew Garfield, che conferma ancora una volta il suo fine talento (vincendo fra l’altro il Golden Globe come “Miglior Attore in un film commedia o musicale”) tick, tick… BOOM! è un’opera prima fresca, visionaria e colorata e allo stesso tempo di una cupezza che non trova neanche le parole per esprimersi, ma si esprime attraverso le immagini nel modo più universale possibile.

Brucia e brilla negli occhi di Garfield il sogno di conquistare Broadway, di lasciare una traccia di sé in questo mondo grigio. tick, tick… BOOM! è anche una pellicola sul tempo, il tempo che scorre inesorabile e senza sosta e ci mette con le spalle al muro, ricordandoci che di fronte a questo nemico invisibile siamo disarmati e minuscoli.

Le notti in bianco, le persone che si allontanano e non ti capiscono, il sentire di star perdendo la propria vita dietro a una chimera e allo stesso tempo la certezza che quella è l’unica cosa che ti tiene in vita. Le attese di fronte a una telefonata o una email che non arriva mai, la precarietà di un lavoretto qualsiasi, la speranza, cieca, inesauribile, la fiamma che non si spegne mai, di fronte a niente. Il tentativo di scrivere di ciò che si conosce, trasfigurandolo fino ad ambientare la propria vita anche sulla luna, se serve.

Insomma, c’è tutto lo struggimento di un artista ancora non-riconosciuto in quest’opera, che in due ore scarse riesce anche a trattare il tema dell’amore attraverso una canzone-scioglilingua che racchiude tutti i conflitti e le nevrosi della “MTV Generation”.

Non emozionarsi diventa impossibile, una corsa ad ostacoli dove prima o poi si inciampa. Ci si ritrova così a terra, con gli occhi lucidi, smarriti di fronte al mistero dell’amore, dei sogni, delle cose lasciate sempre troppo a metà. ( Margherita Giusti Hazon)

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SCHEDA DEL FILM

REGIA: Lin-Manuel Miranda CAST: Andrew Garfield, Vanessa Hudgens, Bradley Whitford DURATA: 115 min. DATA USCITA (streaming): 19 novembre 2021 PIATTAFORMA: Netflix


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